La storia del Carnevale: dalla Preistoria ai nostri tempi.Fin dalla preistoria maschere colorate e costumi adornati di piume e sonagli erano utilizzati dagli stregoni, per assumere aspetti terrificanti durante riti magici e propiziatori atti a scacciare gli spiriti maligni.Gli Egizi, furono i primi ad ufficializzare una tradizione carnevalesca, con feste, riti e pubbliche manifestazioni in onore della dea Iside, che presiedeva alla fertilità dei campi e simboleggiava il perpetuo rinnovo della vita. Il carnevale Greco veniva celebrato, invece, in varie riprese, tra l’inverno e la primavera, con riti e sagre in onore di Bacco, dio del vino e della vita. Le “ Grandi dionisiache “ dal tono particolarmente orgiastico, si tenevano tra il 15 marzo ed il 15 aprile, mese di Elafebolione, in Atene, e segnavano il punto culminante del lungo periodo carnevalesco.Nel mondo romano, dove si svolgevano feste in onore degli dei, possiamo più propriamente ritrovare le origini del nostro Carnevale.Nell’antica Roma i festeggiamenti in onore di Bacco, detti Baccanali, si svolgevano lungo le strade della città e prevedevano già l’uso di maschere, tra fiumi di vino e manifestazioni danzanti.C’era poi la festa di Cerere e Proserpina, che si svolgeva di notte, in cui giovani e vecchi, nobili e plebei si univano nel ritmo dei festeggiamenti.In marzo e in dicembre era la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell’arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa: il “Re della Festa”, eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e i gladiatori davano spettacolo.
Caratteristica preminente dei “ Saturnali “ era la sospensione delle leggi e delle norme che regolavano allora i rapporti umani e sociali. Donde l’erompere della gioia quasi vendicativa della plebe e degli schiavi e al condiscendenza del patriziato, che si concedevano un periodo di frenetiche vacanze di costumi e di lascivia di ogni genere. Erano giorni di esplosione di rabbia e di frenesia incontrollata, di un’esuberanza festaiola che spesso degenerava in atti di intemperanza e di dissolutezza
Con il cristianesimo questi riti pagani persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente forme di divertimento popolare.La personificazione del carnevale in un essere umano o in un fantoccio risale invece, al Medioevo. Ne furono responsabili i popoli barbari che, calando nei paesi mediterranei, determinarono una sovrapposizione, o meglio una simbiosi, di usi e di costumi, assorbiti quindi dalla tradizione locale, che ne ha tramandati alcuni fino ai giorni nostri, mentre altri si sono fatalmente perduti durante il lungo ed agitato andare del tempo. Nel medioevo i giorni martedì e giovedì prima delle ceneri, detti "grassi", sii festeggiava con ricchi banchetti e ogni tipo di divertimento.Nel Rinascimento i festeggiamenti carnevaleschi entrarono anche nelle corti europee e assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica.Resta ancora incerta l’etimologia della parola Carnevale: potrebbe derivare da Carnalia (feste romane in onore di Saturno, nel terzo secolo a.C.), o da carna-aval o carnevale (un invito a non mangiare carne), o ancora dal medievale “carne levare” o “carnem-laxare” (”togliere la carne” dalla dieta quotidiana, in osservanza del precetto cattolico di non mangiare carne durante i quaranta giorni di quaresima).Il Carnevale è tradizionalmente il periodo che precede la Quaresima ed è festeggiato con feste mascherate, sfilate di carri allegorici, danze.
In Italia la data ufficiale che apre la festa è il 17 gennaio, ma nei piccoli paesi della penisola e nel resto del mondo le date di apertura del carnevale sono variabili. Possono cominciare il giorno di Santo Stefano, l'Epifania, il 17 gennaio o il 2 febbraio.Gli ultimi tre giorni o il solo "Martedì grasso", che precede il mercoledì delle ceneri, primo giorno di quaresima, hanno luogo i festeggiamenti più sfrenati con giochi e balli in maschera. Il vero scopo del carnevale è la purificazione. Un particolare, infatti, unisce tutti i luoghi il giorno in cui i carri allegorici sfilano mostrando le proprie maschere e cioè il funerale di un enorme "omaccione", che altro non è che l'anno vecchio che muore e porta via con sé tutti i mali passati.
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