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lunedì 12 gennaio 2009

Carnevale in Sardegna

foto tratta da wikipedia

Il carnevale è una festa la cui origini sono antichissime,ma oggi è la vivace festa che si celebra, nella tradizione cattolica, prima dell’inizio della quaresima. Il Carnevale rappresenta da sempre una festa del popolo. E’ un momento in cui ogni forma decade per lasciare spazio alle maschere, alle risate, agli scherzi. Lo stesso mascherarsi rappresenta un modo attraverso il quale uscire dal quotidiano, dimentichi del proprio ruolo sociale momentaneamente "mascherati".
La chiesa cattolica considera il Tempo di Carnevale come momento di riconciliazione con Dio. Si celebrano le Sante Quarantore ( carnevale sacro ), che si concludono la sera dell’ultima domenica di Carnevale.
Il Carnevale ha termine il martedì grasso, giorno che precede il mercoledì delle Ceneri, quando ha inizio la Quaresima.
Secondo la tradizione il 17 gennaio, giorno della festa di Sant'Antonio Abate con i caratteristici “fogoroni”(si accende un grande fuoco in piazza ,si prepara il tipico piatto chiamato “fa’ cun lardu” e cogliendo la cenere con le mani si imbratta il viso dei partecipanti), si aprono in Sardegna i festeggiamenti del Carnevale, una delle feste più sentite e vissute dell'Isola, con manifestazioni che si protraggono fino al mercoledì delle Ceneri, raggiungendo il culmine nell'ultima settimana e, in particolare, nei giorni di giovedì e di martedì grasso.
Etimologicamente la parola carnevale deriva dal latino “ carnem levare “, popolarmente tradotto “ cane-vale “ o “ carnasciale “. Ma alcuni ritengono che l’'origine di questa festa può essere ricondotta all'espressione "carrus navalis" che, nella Roma antica, designava un grande carro a forma di barca portato in processione nel mese di febbraio per l'espletamento di particolari riti di purificazione dedicati a Dioniso.
Nei diversi paesi isolani il Carnevale si esplica attraverso diverse manifestazioni, in cui è possibile cogliere una comune matrice derivante dal mondo agro-pastorale.
Nonostante nomi diversi e rituali differenti, i vari carnevali tradizionali sardi sembrano riproporre sempre l'atavica lotta dell'uomo con la natura, intesa come forza magica con cui l'essere umano deve necessariamente confrontarsi per garantire la sopravvivenza delle comunità.

Le maschere rappresentano un rituale dalle origini comuni e dallo scopo simile: allontanare il male, la carestia, dalle proprie comunità.
Mamuthones e Issohadores a Mamoiada, Thurpos a Orotelli, Boes e Merdules a Ottana, Mamutzones e Urtzu a Samugheo, tutte maschere che richiamano personificazioni del rapporto fra mondo umano e mondo animale. Si consiglia la visione delle foto di Massimiliano Maddanu

http://www.maxmad.it/foto-sardegna/Maschere/slides/9727.html
In Sardegna, però, si organizzano anche festeggiamenti meno legati alla tradizione sarda ma allineati alle sfilate animate da carri allegorici e personaggi fantastici simili a quelli che si svolgono in tutta Italia e nel mondo.
I centri che si distinguono nella preparazione di queste colorate e vivaci sfilate sono soprattutto Cagliari, Tempio Pausania, San Gavino Monreale, Bosa e Iglesias.
Si tratta di grandi feste ognuna caratterizzata dalla sua maschera-simbolo, quasi sempre condannata a bruciare l'ultimo giorno della festa in un grande rogo, metafora di chiusura dell'anno appena trascorso e di uno nuovo che inizia.

Per esempio Il Carnevale di Tempio, uno dei più famosi della Sardegna si svolge nelle tradizionali date di Giovedì Grasso e Martedì Grasso. Nella giornata di domenica si svolge il matrimonio tra Re Giorgio e Mennena, durante il quale vengono offerte frittelle a tutti. Il martedì grasso invece, si svolge il processo e il rogo di Re Giorgio.
Sempre il periodo carnevalesco è occasione per delle manifestazioni legate ad una delle tradizioni più antiche della Sardegna: la corsa dei cavalli. Oristano e Santu Lussurgiu in particolare diventano teatro di due grandi corse, ognuna con metodiche e origini diverse, ma comunque legate all'atavica maestria dei Sardi nel domare e condurre l'animale che da sempre ha aiutato contadini e pastori nel lavoro della loro quotidianità.
Sulle strade lussurgesi si possono ammirare ammirare le spericolate pariglie di Sa carrela 'e nanti.
La Sartiglia di Oristano è una festa equestre che trae origine dalla cultura spagnola tardomedievale e che si tiene ad Oristano la domenica ed il martedì di Carnevale. Un tempo riservata esclusivamente ai nobili, la Sartiglia vede giovani cavalieri mascherati confrontarsi nell’uso della lancia in groppa a cavalli addobbati con coccarde colorate e pizzi di seta. La maschera dominante della festa è Su Cumponidori, il re della Sartiglia, che viene eletto ogni anno dai rappresentanti di artigiani e contadini. Nel giorno della Sartiglia, il re deve sottoporsi al rituale della vestizione al termine della quale viene poggiata sul volto del cavaliere una maschera. Da questo momento in poi Su Componidori non potrà più mettere piede a terra. Issato su un cavallo, l’eletto percorrerà le vie del centro, che nel frattempo sono state ricoperte di sabbia. Insieme ai suoi cavalieri, tutti in costume sardo, dovrà infilzare la spada al centro di una stella sospesa di fronte alla facciata del Duomo. La riuscita dell’impresa assicurerà una primavera ricca e prosperosa.
Concludendo , in Sardegna come altrove, l’imperativo è sempre lo stesso :
A carnevale ogni scherzo vale !



1 commento:

Anonimo ha detto...

Vi ringrazio per la citazione.
Buona lavoro
Massimiliano Maddanu
www.maxmad.it