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venerdì 27 novembre 2009

AUGURI NATALIZI



Avviso per i genitori.


sono pronte le cedole librarie , siete invitati a recarvi a scuola a firmare per ritirarle.


a presto M. Marina


giovedì 19 novembre 2009

ANCORA MITI, VISTO CHE VI PIACCIONO TANTO

Mito dell’antica Cina

All’inizio dei tempi, c’era solo l’oscurità. Il mondo era un gigantesco uovo che conteneva il caos. Dentro l’uovo dormiva e cresceva il gigante Panku, che un giorno improvvisamente si svegliò e ruppe il guscio.
Il contenuto più leggero salì in alto e formò il cielo; quello più pesante scese in basso e diventò la Terra. Per migliaia di anni Panku, temendo che i due elementi potessero riunirsi, li tenne separati spingendo in su il cielo con la testa e schiacciando la Terra con i piedi.
Quando, soddisfatto del suo lavoro, Panku morì, il respiro si trasformò in vento, la voce in tuono, l’occhio sinistro divenne il Sole e il destro formò la Luna, mentre le sue braccia diventarono montagne, le sue vene sentieri e strade, i suoi capelli le stelle del cielo, la sua carne terreno per i campi e il suo sudore si trasformò in pioggia e rugiada.
Così il gigante Panku creò il mondo.

Mito dell’antico Egitto

All’inizio c’erano solo le acque del caos, sovrastate dal buio e dal silenzio. Otto creature, con la testa di rana i maschi e di serpente le femmine, nuotavano nelle acque del caos, prima della creazione. Le creature poi si fusero, formando il Grande Uovo.
Dopo un tempo lunghissimo, il guscio si ruppe ed apparve il Creatore, padre e madre di tutte le cose, fonte di ogni vita, il dio Sole.
Le due metà del guscio separarono le acque del caos ed il Creatore le fece diventare il mondo.
Mentre giaceva nell’abisso delle acque, il Creatore si sentiva molto solo e voleva abitare con altri esseri il nuovo mondo. Così i pensieri del Creatore divennero gli dei e tutte le altre cose del mondo e le sue parole diedero vita alla terra.

Miti sumeri sulla creazione del mondo

All’inizio erano Apsu e Tiamat, dei degli oceani, dolce ed amaro. Da essi nacquero Lahmu e Lahamu, Anshar e Kishar, che sorpassarono i loro genitori in forza, bellezza ed abilità.
Anshar e Kishar, oltre a molti altri dei, generarono Enlil, il dio del vento, e Anu, il dio del cielo, il quale generò Ea, il dio della sapienza e della magia, assai più grande del padre.
Ma i giovani dei erano chiassosi e disturbavano il sonno del vecchio Apsu, il quale andò da sua moglie e le disse:- Li distruggerò, così potrò dormire.
Tiamat ne fu sconvolta e gridò in preda all’ira:- Non distruggiamo ciò che noi stessi abbiamo creato!
Ma Apsu volle fare a modo suo e partì per vendicarsi dei figli e dei nipoti. Ea tuttavia, il più grande fra gli dei, lo avvolse nella sua magia e lo uccise, trasformandolo in una montagna, dove Ea si stabilì con sua moglie Damkina. Lì nacque Marduk.
Nel frattempo Tiamat aveva meditato sul destino dello sposo Apsu e il suo cuore era colmo d’ira. Decise perciò di attaccare gli dei e distruggerli, e perfino Ea fu preso dal terrore.
Alla fine, soltanto Marduk osò affrontare Tiamat in combattimento. Con l’aiuto di un forte vento che soffiava nella bocca della dea, così da impedirle di chiuderla, Marduk scoccò una freccia che le si infilò in gola e la raggiunse al cuore.
Quando Tiamat fu morta, Marduk tagliò in due il suo corpo, creando con una metà il cielo e con l’altra la terra. E Marduk fu esaltato come Re degli dei, dio del sole e della vegetazione, il più grande degli dei.

lunedì 16 novembre 2009

COMPLESSO NURAGICO DI BARUMINI -CAMPIDANO



Barumini, Villaggio Nuragico Su Nuraxi
Su Nuraxi
I nuraghi, simbolo della Sardegna di ieri e di oggi, sono la massima espressione architettonica dell’antica civiltà isolana. L’interesse degli archeologi per queste costruzioni risale al Cinquecento, ma solo nell’Ottocento cominciarono le ricerche scientifiche. Una delle scoperte più clamorose fu quella di Barumini, dovuta alla campagna di scavi condotta dall’archeologo Giovanni Lilliu tra il 1951 e il 1956.Su Nuraxi di Barumini è l’esempio più completo e meglio conservato di nuraghe, mentre il complesso di questi monumenti, sparsi su tutto il territorio della Sardegna ed esclusivi dell’isola, costituisce una delle testimonianze più significative della cultura preistorica del bacino del Mediterraneo.I nuraghi nell'età del bronzoI nuraghi erano torri difensive a forma di tronco di cono realizzate con grossi macigni a secco, dotate di sale interne e coperte da tetti a volta a pseudocupola. Alcuni nuraghi, come nel caso del villaggio di Barumini, sono posti all’interno di recinti costituiti da torri più piccole, collegate da muri massicci. Le prime strutture difensive centrali, databili tra il 1500 e l'800 a. C., sembra fossero state costruite da famiglie o da clan che vivevano isolati.Intorno alla fine dell’Età del Bronzo la società nuragica cominciò a evolversi in modo sempre più complesso, con una chiara tendenza verso la gerarchizzazione: alle torri isolate vennero incorporate altre strutture architettoniche che svolgevano funzioni sociali e difensive.L'età del ferro: apogeo e decadenzaI più importanti interventi di sviluppo ed espansione dei dispositivi difensivi di Barumini risalgono all’inizio dell’Età del Ferro, tra il X e l’VIII secolo a.C., epoca che coincide con le invasioni cartaginesi dell’isola.In questo periodo furono rinforzati i sistemi difensivi di Barumini e le popolazioni cercarono protezione raggruppandosi attorno a queste massicce fortezze di pietra. Nella fase più evoluta il nuraghe si trasforma così in un villaggio fortificato, al cui interno vive il capotribù o principe che offre protezione al borgo limitrofo e, come nei castelli medievali, ne ospita gli abitanti e gli animali nei momenti di pericolo. Questi villaggi erano in realtà dei piccoli insediamenti urbani, abitati dalle famiglie dei soldati e da artigiani.Nel corso del VII secolo a.C. Su Nuraxi fu devastato dai Cartaginesi e il suo sistema difensivo praticamente distrutto. Nonostante ciò, l’insediamento fu conservato e le abitazioni ricostruite, sebbene con uno stile diverso.Nel III secolo a.C. con la conquista della Sardegna da parte dei Romani, la maggior parte dei nuraghi venne abbandonata. Ma non fu il caso di Su Nuraxi: gli scavi archeologici hanno dimostrato infatti che il sito rimase abitato fino al III secolo d.C.I problemi di datazioneIl periodo preciso della costruzione dei nuraghi è sempre stato tema di ampio dibattito tra gli archeologi, anche perché i dati ottenuti con la datazione al carbonio 14 e con il metodo della stratigrafia non coincidono.La principale caratteristica del complesso di Su Nuraxi è la sua massiccia torre centrale, costruita con grandi pietre a secco, cioè senza l’utilizzo di una malta legante che sembra risalire al secondo millennio prima di Cristo. All’interno si aprono tre sale, posta ognuna a un livello differente e unite da una scala a spirale. In origine la torre si elevava per più di 18 metri di altezza. Le quattro torri laterali, aggiunte successivamente, sono collegate da un massiccio muro di pietra. Sulla facciata sud/est una stretta apertura a livello del suolo permetteva l’accesso al cortile delimitato dalle torri. In seguito la porta fu chiusa definitivamente e per entrare nella cittadella occorreva fare uso di una scala o di qualche altro dispositivo controllabile dall’interno.Successivamente le grosse mura subirono degli interventi di rinforzo e nello stesso periodo fu costruito un secondo recinto che circondava le case, semplici strutture in pietra, la maggior parte delle quali di dimensioni modeste e formate da un’unica stanza.Solo una costituisce un’eccezione: si tratta di una casa con una camera più grande delle altre, ritenuta dagli archeologi una sala del consiglio, probabilmente associata a qualche forma di gestione comunitaria del villaggio.Tratto dal Volume "Il patrimonio dell’Umanità" edizioni Il Corriere della Sera


IL MITO DI ATLANTIDE

"Su questa montagna aveva la sua dimora uno degli uomini primordiali di quella terra,nato dal SUOLO;si chiamava Evenor e aveva una moglie chiamata Leucippe,ed essi avevano un'unica figlia,Cleito. La fanciulla era già donna quando il padre e la madre morirono;Poseidone si innamorò di lei ed ebbe rapporti con lei e,spezzando la terra,circondò la collina,sulla quale ella viveva,creando zone alternate di mare e di terra,le une concentriche alle altre;ve ne erano due di terra e tre d'acqua,circolari come se lavorate al tornio,avendo ciscuna la circonferenza equidistante in ogni punto dal centro,di modo che nessuno potesse giungere all'isola,dato che ancora non esistevano navi e navigazione...".Possiamo immaginare l'isola come un'enorme "Triplice cinta"di terra e di acqua.(ricostruzione della capitale di Atlantide)

Platone continua, e ci informa ulteriormente:"...I sovrani di Atlantide anzitutto gettarono ponti sugli anelli di mare che circondavano l'antica metropoli,e fecero una strada che permetteva di entrare ed uscire dal Palazzo reale,che fin da principio eressero nella dimora del dio e dei loro antenati,e seguitarono ad abbellirlo di generazione in generazione,dato che ciascun re superava-all'apice della gloria-colui che l'aveva preceduto,sino a fare dell'edificio una meraviglia a vedersi,sia in ampiezza che in bellezza.E,partendo dal mare,scavarono un canale largo trecento piedi,profondo cento,lungo 50 stadi,che arrivava alla zona più esterna creando un varco dal mare fino a che essa divenne un porto;e il varco era abbastanza ampio da permettere l'entrata alle navi più grandi.Inoltre-a livello dei ponti-aprirono gli anelli di terra che separava gli anelli di mare,creando uno spazio sufficiente al passaggio di una trireme per volta da un anello all'altro e ricoprirono questi canali facendone una via sotterranea per le navi;infatti le rive furono innalzate di parecchio sopra il livello dell'acqua.Ora, la più grande delle zone-cui si poteva accedere dal mare tramite questo passaggio-aveva una larghezza di tre stadi e la zona di terra che veniva dopo era altrettanto larga;ma le due zone successive,l'una d'acqua e l'altra di terra,erano larghe due stadi e quella che circondava l'isola centrale era di uno stadio soltanto.L'isola su cui sorgeva il palazzo aveva un diametro di cinque stadi..."


http://www.duepassinelmistero.com

ATLANTIDE IN SARDEGNA? POSSIBILE...


Le notizie più recenti sconvolgerebbero la 'geografia'fin'ora accettata,spostando le 'colonne d'Ercole' in Italia! Ecco un articolo al riguardo:

"Atlantide in Sardegna: possibile...

Su Atlantide si è scritto di tutto e si sono fatte le ipotesi più diverse su dove ubicare il mitico continente scomparso: Canarie, Azzorre, Creta, Santorini, Caraibi, Yucatan, Oman. A queste teorie se ne aggiunge ora una suggestiva. Assodato che, ovunque fosse, Atlantide si trovava al di là delle colonne d'Ercole, per qualcuno queste colonne non coincidevano, come da sempre si è pensato, con lo stretto di Gibilterra.

Secondo la teoria illustrata dall'archeologo Sergio Frau nel libro "Le colonne d'Ercole, un'inchiesta", il limite estremo del mondo antico andrebbe spostato dalla strozzatura tra Spagna e Marocco al più prossimo canale di Sicilia. Una considerazione che darebbe ad Atlantide i confini noti e rassicuranti della Sardegna, l'isola più grande al di là del canale.

L'idea da cui nasce lo spostamento delle colonne, è semplice; secondo i racconti dei navigatori riportati nella letteratura antica, lo stretto posto agli estremi della Terra avrebbe fondali bassi e limacciosi (come il canale di Sicilia), costellati di secche sulle quali venivano sbattute le navi. Lo stretto di Gibilterra ha invece fondali profondi, una contraddizione palese con quanto riportato dalle fonti.

Ma perché la Sardegna e non, poniamo, le Baleari? Il mito parla di Atlantide come di una terra che dava tre raccolti all'anno (in Sardegna è possibile) e che, tra le sue peculiarità, era cinta da mura di ferro (l'isola è ricca di giacimenti di metallo). Se si considera inoltre che i fondatori della civiltà nuragica potrebbero avere legami di "parentela" con i Fenici, navigatori e alimentatori del mito di Atlantide, si ha un elemento in più per sostenere la teoria.

La parola spetta ora alla geologia: scavi e rilievi da effettuare nel Campidano, in prossimità di insediamenti nuragici coperti da una spessa fanghiglia, potranno dire se quest'ultima è di origine marina, se generata cioè da un enorme maremoto che, in epoca antica, avrebbe sconvolto la geografia dell'isola, magari facendone sprofondare una parte. E avremmo Atlantide a Porto Cervo."
16 agosto 2002 (di Davide Passoni)

TRATTO DA http://www.duepassinelmistero.com/Il%20mito%20di%20Atlantide.htm

DEDICATO ALLE ALUNNE ASSENTI OGGI

UNA CANZONE CHE ADORO ,
PER CONSOLARE LE PICCOLINE ASSENTI OGGI,
CHE NON SONO STATE BENE E SPERO STIANO MEGLIO.
A DOMANI M.MARINA



sabato 14 novembre 2009

QUARANTA GIORNI A NATALE :COLORIAMO ON LINE

ASPETTANDO IL NATALE SI PUO' COLORARE ON LINE UN BEL DISEGNO , QUI NE TROVERAI TANTISSIMI E DOPO AVER COLORATO POTRAI STAMPARE O SCARICARE SUL TUO PC DOPO AVERLO SALVATO !
http://feste.acolore.com/natale/3/



NE HO COLORATI TANTI , VEDI IN ALTO, MA ECCO IL MIO CAPOLAVORO:

martedì 10 novembre 2009

LIBRO PROPOSTA PER I GENITORI


Dettagli del libro
Titolo: I miti del nostro tempo
Autore: Galimberti Umberto
Editore: Feltrinelli
Data di Pubblicazione: 2009
Collana: Serie bianca
ISBN: 8807171627
ISBN-13: 9788807171628
Pagine: 406
Reparto: Psicologia



In sintesi
Giovinezza e intelligenza, felicità e amore materno. E poi moda e tecnica, sicurezza e potere e ancora mercato, crescita economica, nuove tecnologie... Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili. I miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi che non sono logici, ma psicologici, e quindi radicati nel profondo della nostra anima. Sono idee che noi abbiamo mitizzato perchè non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola ci rassicurano. Eppure occorre risvegliarsi dalla quiete apparente delle nostre idee mitizzate, perchè molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono più di comprendere il mondo in cui viviamo. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli al vaglio della critica, perchè i nostri problemi sono dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo.


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Descrizione
Culto della giovinezza, idolatria dell'intelligenza, ossessione della crescita economica, tirannia della moda: sono alcuni dei miti di oggi che Umberto Galimberti passa in rassegna per smontarli e denunciarne la natura ingannevole, mostrando come i falsi miti siano in realtà "idee malate", non avvertite come tali, e quindi tanto più capaci di diffondere i loro effetti nefasti senza trovare la minima resistenza. Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili. I miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi non logici, ma psicologici, e quindi radicati nel profondo della nostra anima. Sono idee che abbiamo mitizzato perché non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola rassicurano. Eppure molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono più di comprendere il mondo in cui viviamo. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli al vaglio della critica perché i nostri problemi sono dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo.

libreriauniversitaria.it

lunedì 9 novembre 2009

Disegni da colorare SU...I MITI






ECCO ALCUNI DEI DISEGNI DA COLORARE SUI PERSONAGGI DEI MITI CHE TROVERETE SU

MITI DEI SUMERI , MA NON SOLO

OGGI ABBIAMO INCONTRATO I MITI SUMERI ,STUDIANDO LA LORO RELIGIONE , CHE CI HANNO CATTURATO L'ATTENZIONE, MA UNA TRATTAZIONE ESAUSTIVA SULL'ARGOMENTO LA TROVERETE SU WIKIPEDIA AI SEGUENTI LINK :

http://it.wikipedia.org/



UN MITO GRECO DA LEGGERE TUTTO D'UN FIATO: SCILLA E CARIDDI


Cariddi nella mitologia greca era un mostro marino. In principio, Cariddi era una donna, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò ad Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Allora Zeus la fulminò facendola cadere in mare, dove la mutò in un mostro che formava un vortice marino, capace di inghiottire le navi di passaggio. La leggenda la situa presso uno dei due lati dello stretto di Messina, di fronte all'antro del mostro Scilla. Le navi che imboccavano lo stretto erano costrette a passare vicino ad uno dei due mostri. In quel tratto di mare i vortici sono causati dall'incontro delle correnti marine, ma non sono di entità rilevanti.
Secondo il mito, gli Argonauti riuscirono a scampare al pericolo, rappresentato dai due mostri, perché guidati da Teti madre di Achille, una delle Nereidi.

BUONA LETTURA!

sabato 7 novembre 2009

CHE MITI!!!





La parola "MITO" deriva da un termine greco che significa "racconto". I miti vennero creati in tempi antichissimi, ancora prima dell'invenzione della scrittura, e venivano tramandati a voce.Il mito è un racconto fantastico che ha come scopo quello di spiegare i misteri del mondo, le sue origini, il suo senso, di definire le relazioni tra gli dei e gli uomini. Infatti, tanto tempo fa, l'umanità non aveva altri strumenti, per cercare di rispondere alle proprie domande, che l'immaginazione...
PER LEGGERE FANTASTICI MITI SULLA CREAZIONE DELL'UNIVERSO E ALTRO ,

SEGUI I LINK

http://primocircolotortoli.blogspot.com/2009/11/due-miti-sullorigine-delluniverso.html

http://stuff.forumcommunity.net/?t=12743253

http://laclassedeibalocchi.blogspot.com/2009/11/polifemo-e-il-ciclope-mito-greco.html

http://laclassedeibalocchi.blogspot.com/2009/11/la-tela-di-aracne-mito-greco.html

http://laclassedeibalocchi.blogspot.com/2009/11/enigma-della-sfinge-mito-greco.html

lunedì 2 novembre 2009

LAVORETTO PER L'AUTUNNO: I FOLLETTI-CASTAGNA

RITAGLIATE LE PARTI E INCOLLATELE SU CARTONCINO (OPPURE RITAGLIATE LE FORME E RIPRODUCETE LE SINGOLE PARTI SU CARTONCINO DELLO STESSO COLORE)


ASSEMBLATE LE PARTI CASTAGNA-CORPO-RICCIO




E INFINE INCOLLATE I PARTICOLARI, CARINO,NO?





domenica 1 novembre 2009

2 novembre


La leggenda del Crisantemo
C'era una volta un giovane che dovette partire per la guerra ed abbandonare la sua casa e la sua sposa.Passò un mese, ne passarono due e, finalmente, il giovane tornò: mostrò alla sposa un fiore, una grossa margherita, e le disse: - In ricompensa del mio coraggio, il re mi ha concesso di tornare per alcuni giorni a casa. Resterò con te tanti giorni quante sono le linguette di questo fiore.Venne la notte e il giovane si addormentò. Allora la sposa prese le sue forbici e tagliuzzò le linguette del fiore, in modo che da ognuna di esse ne venissero fuori tre o quattro. Poi mise il fiore in un vaso, perchè si conservasse vivo e fresco. Con questo inganno riuscì a trattenere lo sposo per molto tempo.Quando finalmente egli ripartì, lo volle accompagnare fino al campo. Il re voleva punire il giovane, ma la fanciulla gli fece contare le linguette del fiore e il re si convinse che il giovane non si era trattenuto a casa un giorno di più di quanto gli fosse stato ordinato.Fu così che il crisantemo, il fiore dalle moltissime linguette, nacque dall'astuzia di una fanciulla.