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giovedì 31 dicembre 2009

mercoledì 30 dicembre 2009

Inviate i vostri auguri nella cbox

by Cinzia

COGLI LA PRIMA MELA!
Inviate i vostri auguri nella cbox in alto a destra : basta inserire il nome e il messaggio poi via!

Prepariamoci al nuovo anno con lo spirito giusto

Prepariamoci

al nuovo anno

con lo spirito giusto :

un po' d'amore,di magia,

di speranza, d'amicizia e tanta fantasia!

conosco un metodo infallibile per avere tutto ciò :
Vi va di leggere una fiaba?

http://ilmondodiaura.altervista.org/FIABA.htm

Questo è il link per leggere la meravigliosa opera realizzata da

Annaura e i suoi alunni:

a me ha risvegliato l'allegria e la voglia di

condividere ciò che da gioia con tutti voi!!!

martedì 29 dicembre 2009

Buon Anno 2010!

Il 2010

s'avvicina

che sia scintillante per tutti,

A U G U R I !

da maestra Marina




mercoledì 23 dicembre 2009

GIOCHI


In fondo alla pagina troverete alcuni giochi per voi:
naturalmente ,solo per le vacanze..
divertitevi!!

martedì 22 dicembre 2009

Auguri

Auguri

A tutti i lettori del blog

perchè abbiano favolose feste natalizie !!!



Da oggi

23 Dicembre 2009

fino al 6 Gennaio 2010

la nostra scuola resterà chiusa per le vacanze,

ma attendiamo le vostre visite e gli auguri

che saremo lieti di pubblicare.

Buone Feste dalla quarta di Zinnias

e da m.Marina



AUGURI!

AUGURI!

AUGURI!

giovedì 17 dicembre 2009

AUGURI

auguri


VACANZE NATALIZIE DAL 23 DICEMBRE AL 6 GENNAIO

BIGLIETTO NATALIZIO



La realizzazione di questo allegro biglietto è molto semplice: occorre un quarto di cartoncino colorato misura a4, due sagome di alberello una verde e una bianca ,quest'ultima mezzo cm più lunga.L'assemblaggio prevede la sovrapposizione delle sagome ,che verranno incollate e piegate a metà; metà alberello verrà poi incollato al cartoncino ,a destra o a sinistra secondo la preferenza, giusto sul bordo. Si decora a piacere e si appongono le scritte di auguri, si può praticare un foro con una fustella per far passare un nastrino se si vuole utilizzare come chiudi pacco.









Albero e alberelli tridimensionali ,varie misure da decorare o costruire

A Natale puoi: decorare i classico abete con decorazioni diverse o costruire tanti alberelli di carta ...di sana pianta!Noi abbiamo dato libero sfogo alla fantasia e li abbiamo realizzati tutti!
Ecco un alberello naturale,piccolo piccolo decorato con palline rosse glitterate e stelle di varie misure;
ecco una coppia di alberelli di carta ,tridimensionali ,realizzati con cartoncino,stella argentata,sorriso glitterato e occhietti mobili;


infine una serie di alberelli di cartoncino decorati con palline di carta crespa!

Per realizzare gli alberelli basta un po' di cartoncino verde e bianco :occorre ritagliare tanti cerchi di diverse misure ,alternando il ritaglio ondulato o a zig zag, che verranno poi tagliati a metà e ripiegati a formare dei coni fermati con la pinzatrice; ciascun cono ,di misura maggiore e di colore alternato ,verrà inserito sotto l'altro fino a realizzare l'altezza desiderata dell'alberello ; infine i diversi strati saranno decorati con palline di carta crespa.
Carinissimi e veloci da realizzare.

mercoledì 16 dicembre 2009

POESIE : A GESU' BAMBINO - L'ANNO NUOVO COME SARA'



A GESU' BAMBINO
di Umberto Saba
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa' ch'io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa' che il tuo dono
s'accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.



L'ANNO NUOVO COME SARA'
di G. RODARI

Indovinami indovino
tu che leggi nel destino:
l'anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
"Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni
dodici mesi,ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell'anno nuovo:
per il resto anche quest'anno
sarà come gli uomini lo faranno".

domenica 13 dicembre 2009

13 dicembre Santa Lucia , il giorno piu' corto che ci sia

Sul sito di Annaura http://ilmondodiaura.altervista.org/natalehome.htm
troverete poesie, filastrocche,storie meravigliose,... come questa!
Santa Lucia

Non tutti sanno che, nel 1646, durante la dominazione spagnola,
la Sicilia fu colpita da una grave carestia.
La gente moriva di fame e nessuno correva a soccorrerla, figuriamoci il governo spagnolo!
Nella disperazione del momento
la gente cominciò ad invocare Santa Lucia.
Come per miracolo giunse una nave carica di frumento.
Dove?
Questo è un mistero.
Per i siracusani giunse a Siracusa, per i palermitani al porto di Palermo.
La gente era talmente provata dalla fame che, di fronte al provvidenziale dono,
non attese certo che il grano venisse macinato e ridotto in farina,
ma lo mise a bollire e lo mangiò intero.
Questo avvenimento è stato ritenuto un prodigio e da quel momento
il giorno di Santa Lucia si mangia la cuccia.parola derivata da “còcciu” cosa piccola, chicco.
Durante questo giorno non si mangia né pasta e né pane
ma "solo" verdure e legumi, le arancine e la cuccia.
Ovviamente la cuccìa non si mangia solo bollita
ma è diventata un vero e proprio dolce
in quanto viene condita con ricotta, cioccolato, crema di vaniglia
e quant'altro.
A Trapani si suole mangiarla condita con zucchero e vino cotto.
Un'altra usanza è quella di fare dei piccoli pani a forma di occhi,
da benedire,
che si mangiano per tenere lontane le malattie connesse alla vista. Santa Lucia è infatti la protettrice della vista
e lo stesso Pitrè che scrive che "serba sani gli occhi dei suoi devoti",
che rinunciano a mangiare pane e pasta il 13 dicembre.
A Palermo, questo giorno che dovrebbe essere di astinenza dal pane e dalla pasta
diventa il pretesto per consumare arancine in abbondanza.
La classica arancina palermitana è quella con la carne.
Ma oggi se ne fanno anche col burro (prosciutto e mozzarella e con il pollo.
Il giorno inizia con una dolce colazione a base di cuccìa
a cui seguirà un pranzo a base di arancine;
a cena, sformato di patate o in alternativa abbuffata di panelle, anche queste - rigorosamente fritte!

domenica 6 dicembre 2009

STELLE DI NATALE CON CAMPANELLA -LAVORETTO

ANGELI SULLA LUNA-LAVORETTO NATALIZIO

PRESEPE CON MATERIALI DI RICICLO

ALBERO NATALIZIO STELLATO O ROMANTICO ?

UN'ALTERNATIVA AL SOLITO ALBERO DI NATALE?
PERCHE' NON ESEGUIRE UNA COMPOSIZIONE DI PICCOLI LAVORETTI?
NOI QUEST'ANNO ABBIAMO REALIZZATO TANTI PORTA-TOVAGLIOLI, NE ABBIAMO USATI 16 GIALLI E 16 ROSSI, A FORMA DI STELLA E POI LI ABBIAMO SISTEMATI A MURO DANDO LA FORMA DI ALBERO ;
PER LA REALIZZAZIONE DEL PORTA-TOVAGLIOLO OCCORRE DEL CARTONCINO BRISTOL , ROSSO E GIALLO, E DELLA PORPORINA :
RICAVARE SUL CARTONCINO TANTE STELLE DELLA STESSA DIMENSIONE, DECORARE A PIACERE CON LA PORPORINA E PINZARE NELLA PARTE INFERIORE UN ANELLO DI CARTONCINO. FATTO.

SULLA FINESTRA ABBIAMO REALIZZATO UN ALBERELLO MINIMALISTA CON COTONE IDROFILO , SEMPLICE E VELOCE ! ABBIAMO AGGIUNTO POI UN SIMPATICO BABBO NATALE E DEI FIOCCHI DI NEVE.

martedì 1 dicembre 2009

IL NOSTRO LOGO DI NATALE




RAGA...ABBIAMO IL NOSTRO LOGO NATALIZIO CREATO PER VOI DALLA
GENEROSISSIMA MARBE, DA TUTTI NOI
GRAZIE !!!

venerdì 27 novembre 2009

AUGURI NATALIZI



Avviso per i genitori.


sono pronte le cedole librarie , siete invitati a recarvi a scuola a firmare per ritirarle.


a presto M. Marina


giovedì 19 novembre 2009

ANCORA MITI, VISTO CHE VI PIACCIONO TANTO

Mito dell’antica Cina

All’inizio dei tempi, c’era solo l’oscurità. Il mondo era un gigantesco uovo che conteneva il caos. Dentro l’uovo dormiva e cresceva il gigante Panku, che un giorno improvvisamente si svegliò e ruppe il guscio.
Il contenuto più leggero salì in alto e formò il cielo; quello più pesante scese in basso e diventò la Terra. Per migliaia di anni Panku, temendo che i due elementi potessero riunirsi, li tenne separati spingendo in su il cielo con la testa e schiacciando la Terra con i piedi.
Quando, soddisfatto del suo lavoro, Panku morì, il respiro si trasformò in vento, la voce in tuono, l’occhio sinistro divenne il Sole e il destro formò la Luna, mentre le sue braccia diventarono montagne, le sue vene sentieri e strade, i suoi capelli le stelle del cielo, la sua carne terreno per i campi e il suo sudore si trasformò in pioggia e rugiada.
Così il gigante Panku creò il mondo.

Mito dell’antico Egitto

All’inizio c’erano solo le acque del caos, sovrastate dal buio e dal silenzio. Otto creature, con la testa di rana i maschi e di serpente le femmine, nuotavano nelle acque del caos, prima della creazione. Le creature poi si fusero, formando il Grande Uovo.
Dopo un tempo lunghissimo, il guscio si ruppe ed apparve il Creatore, padre e madre di tutte le cose, fonte di ogni vita, il dio Sole.
Le due metà del guscio separarono le acque del caos ed il Creatore le fece diventare il mondo.
Mentre giaceva nell’abisso delle acque, il Creatore si sentiva molto solo e voleva abitare con altri esseri il nuovo mondo. Così i pensieri del Creatore divennero gli dei e tutte le altre cose del mondo e le sue parole diedero vita alla terra.

Miti sumeri sulla creazione del mondo

All’inizio erano Apsu e Tiamat, dei degli oceani, dolce ed amaro. Da essi nacquero Lahmu e Lahamu, Anshar e Kishar, che sorpassarono i loro genitori in forza, bellezza ed abilità.
Anshar e Kishar, oltre a molti altri dei, generarono Enlil, il dio del vento, e Anu, il dio del cielo, il quale generò Ea, il dio della sapienza e della magia, assai più grande del padre.
Ma i giovani dei erano chiassosi e disturbavano il sonno del vecchio Apsu, il quale andò da sua moglie e le disse:- Li distruggerò, così potrò dormire.
Tiamat ne fu sconvolta e gridò in preda all’ira:- Non distruggiamo ciò che noi stessi abbiamo creato!
Ma Apsu volle fare a modo suo e partì per vendicarsi dei figli e dei nipoti. Ea tuttavia, il più grande fra gli dei, lo avvolse nella sua magia e lo uccise, trasformandolo in una montagna, dove Ea si stabilì con sua moglie Damkina. Lì nacque Marduk.
Nel frattempo Tiamat aveva meditato sul destino dello sposo Apsu e il suo cuore era colmo d’ira. Decise perciò di attaccare gli dei e distruggerli, e perfino Ea fu preso dal terrore.
Alla fine, soltanto Marduk osò affrontare Tiamat in combattimento. Con l’aiuto di un forte vento che soffiava nella bocca della dea, così da impedirle di chiuderla, Marduk scoccò una freccia che le si infilò in gola e la raggiunse al cuore.
Quando Tiamat fu morta, Marduk tagliò in due il suo corpo, creando con una metà il cielo e con l’altra la terra. E Marduk fu esaltato come Re degli dei, dio del sole e della vegetazione, il più grande degli dei.

lunedì 16 novembre 2009

COMPLESSO NURAGICO DI BARUMINI -CAMPIDANO



Barumini, Villaggio Nuragico Su Nuraxi
Su Nuraxi
I nuraghi, simbolo della Sardegna di ieri e di oggi, sono la massima espressione architettonica dell’antica civiltà isolana. L’interesse degli archeologi per queste costruzioni risale al Cinquecento, ma solo nell’Ottocento cominciarono le ricerche scientifiche. Una delle scoperte più clamorose fu quella di Barumini, dovuta alla campagna di scavi condotta dall’archeologo Giovanni Lilliu tra il 1951 e il 1956.Su Nuraxi di Barumini è l’esempio più completo e meglio conservato di nuraghe, mentre il complesso di questi monumenti, sparsi su tutto il territorio della Sardegna ed esclusivi dell’isola, costituisce una delle testimonianze più significative della cultura preistorica del bacino del Mediterraneo.I nuraghi nell'età del bronzoI nuraghi erano torri difensive a forma di tronco di cono realizzate con grossi macigni a secco, dotate di sale interne e coperte da tetti a volta a pseudocupola. Alcuni nuraghi, come nel caso del villaggio di Barumini, sono posti all’interno di recinti costituiti da torri più piccole, collegate da muri massicci. Le prime strutture difensive centrali, databili tra il 1500 e l'800 a. C., sembra fossero state costruite da famiglie o da clan che vivevano isolati.Intorno alla fine dell’Età del Bronzo la società nuragica cominciò a evolversi in modo sempre più complesso, con una chiara tendenza verso la gerarchizzazione: alle torri isolate vennero incorporate altre strutture architettoniche che svolgevano funzioni sociali e difensive.L'età del ferro: apogeo e decadenzaI più importanti interventi di sviluppo ed espansione dei dispositivi difensivi di Barumini risalgono all’inizio dell’Età del Ferro, tra il X e l’VIII secolo a.C., epoca che coincide con le invasioni cartaginesi dell’isola.In questo periodo furono rinforzati i sistemi difensivi di Barumini e le popolazioni cercarono protezione raggruppandosi attorno a queste massicce fortezze di pietra. Nella fase più evoluta il nuraghe si trasforma così in un villaggio fortificato, al cui interno vive il capotribù o principe che offre protezione al borgo limitrofo e, come nei castelli medievali, ne ospita gli abitanti e gli animali nei momenti di pericolo. Questi villaggi erano in realtà dei piccoli insediamenti urbani, abitati dalle famiglie dei soldati e da artigiani.Nel corso del VII secolo a.C. Su Nuraxi fu devastato dai Cartaginesi e il suo sistema difensivo praticamente distrutto. Nonostante ciò, l’insediamento fu conservato e le abitazioni ricostruite, sebbene con uno stile diverso.Nel III secolo a.C. con la conquista della Sardegna da parte dei Romani, la maggior parte dei nuraghi venne abbandonata. Ma non fu il caso di Su Nuraxi: gli scavi archeologici hanno dimostrato infatti che il sito rimase abitato fino al III secolo d.C.I problemi di datazioneIl periodo preciso della costruzione dei nuraghi è sempre stato tema di ampio dibattito tra gli archeologi, anche perché i dati ottenuti con la datazione al carbonio 14 e con il metodo della stratigrafia non coincidono.La principale caratteristica del complesso di Su Nuraxi è la sua massiccia torre centrale, costruita con grandi pietre a secco, cioè senza l’utilizzo di una malta legante che sembra risalire al secondo millennio prima di Cristo. All’interno si aprono tre sale, posta ognuna a un livello differente e unite da una scala a spirale. In origine la torre si elevava per più di 18 metri di altezza. Le quattro torri laterali, aggiunte successivamente, sono collegate da un massiccio muro di pietra. Sulla facciata sud/est una stretta apertura a livello del suolo permetteva l’accesso al cortile delimitato dalle torri. In seguito la porta fu chiusa definitivamente e per entrare nella cittadella occorreva fare uso di una scala o di qualche altro dispositivo controllabile dall’interno.Successivamente le grosse mura subirono degli interventi di rinforzo e nello stesso periodo fu costruito un secondo recinto che circondava le case, semplici strutture in pietra, la maggior parte delle quali di dimensioni modeste e formate da un’unica stanza.Solo una costituisce un’eccezione: si tratta di una casa con una camera più grande delle altre, ritenuta dagli archeologi una sala del consiglio, probabilmente associata a qualche forma di gestione comunitaria del villaggio.Tratto dal Volume "Il patrimonio dell’Umanità" edizioni Il Corriere della Sera


IL MITO DI ATLANTIDE

"Su questa montagna aveva la sua dimora uno degli uomini primordiali di quella terra,nato dal SUOLO;si chiamava Evenor e aveva una moglie chiamata Leucippe,ed essi avevano un'unica figlia,Cleito. La fanciulla era già donna quando il padre e la madre morirono;Poseidone si innamorò di lei ed ebbe rapporti con lei e,spezzando la terra,circondò la collina,sulla quale ella viveva,creando zone alternate di mare e di terra,le une concentriche alle altre;ve ne erano due di terra e tre d'acqua,circolari come se lavorate al tornio,avendo ciscuna la circonferenza equidistante in ogni punto dal centro,di modo che nessuno potesse giungere all'isola,dato che ancora non esistevano navi e navigazione...".Possiamo immaginare l'isola come un'enorme "Triplice cinta"di terra e di acqua.(ricostruzione della capitale di Atlantide)

Platone continua, e ci informa ulteriormente:"...I sovrani di Atlantide anzitutto gettarono ponti sugli anelli di mare che circondavano l'antica metropoli,e fecero una strada che permetteva di entrare ed uscire dal Palazzo reale,che fin da principio eressero nella dimora del dio e dei loro antenati,e seguitarono ad abbellirlo di generazione in generazione,dato che ciascun re superava-all'apice della gloria-colui che l'aveva preceduto,sino a fare dell'edificio una meraviglia a vedersi,sia in ampiezza che in bellezza.E,partendo dal mare,scavarono un canale largo trecento piedi,profondo cento,lungo 50 stadi,che arrivava alla zona più esterna creando un varco dal mare fino a che essa divenne un porto;e il varco era abbastanza ampio da permettere l'entrata alle navi più grandi.Inoltre-a livello dei ponti-aprirono gli anelli di terra che separava gli anelli di mare,creando uno spazio sufficiente al passaggio di una trireme per volta da un anello all'altro e ricoprirono questi canali facendone una via sotterranea per le navi;infatti le rive furono innalzate di parecchio sopra il livello dell'acqua.Ora, la più grande delle zone-cui si poteva accedere dal mare tramite questo passaggio-aveva una larghezza di tre stadi e la zona di terra che veniva dopo era altrettanto larga;ma le due zone successive,l'una d'acqua e l'altra di terra,erano larghe due stadi e quella che circondava l'isola centrale era di uno stadio soltanto.L'isola su cui sorgeva il palazzo aveva un diametro di cinque stadi..."


http://www.duepassinelmistero.com

ATLANTIDE IN SARDEGNA? POSSIBILE...


Le notizie più recenti sconvolgerebbero la 'geografia'fin'ora accettata,spostando le 'colonne d'Ercole' in Italia! Ecco un articolo al riguardo:

"Atlantide in Sardegna: possibile...

Su Atlantide si è scritto di tutto e si sono fatte le ipotesi più diverse su dove ubicare il mitico continente scomparso: Canarie, Azzorre, Creta, Santorini, Caraibi, Yucatan, Oman. A queste teorie se ne aggiunge ora una suggestiva. Assodato che, ovunque fosse, Atlantide si trovava al di là delle colonne d'Ercole, per qualcuno queste colonne non coincidevano, come da sempre si è pensato, con lo stretto di Gibilterra.

Secondo la teoria illustrata dall'archeologo Sergio Frau nel libro "Le colonne d'Ercole, un'inchiesta", il limite estremo del mondo antico andrebbe spostato dalla strozzatura tra Spagna e Marocco al più prossimo canale di Sicilia. Una considerazione che darebbe ad Atlantide i confini noti e rassicuranti della Sardegna, l'isola più grande al di là del canale.

L'idea da cui nasce lo spostamento delle colonne, è semplice; secondo i racconti dei navigatori riportati nella letteratura antica, lo stretto posto agli estremi della Terra avrebbe fondali bassi e limacciosi (come il canale di Sicilia), costellati di secche sulle quali venivano sbattute le navi. Lo stretto di Gibilterra ha invece fondali profondi, una contraddizione palese con quanto riportato dalle fonti.

Ma perché la Sardegna e non, poniamo, le Baleari? Il mito parla di Atlantide come di una terra che dava tre raccolti all'anno (in Sardegna è possibile) e che, tra le sue peculiarità, era cinta da mura di ferro (l'isola è ricca di giacimenti di metallo). Se si considera inoltre che i fondatori della civiltà nuragica potrebbero avere legami di "parentela" con i Fenici, navigatori e alimentatori del mito di Atlantide, si ha un elemento in più per sostenere la teoria.

La parola spetta ora alla geologia: scavi e rilievi da effettuare nel Campidano, in prossimità di insediamenti nuragici coperti da una spessa fanghiglia, potranno dire se quest'ultima è di origine marina, se generata cioè da un enorme maremoto che, in epoca antica, avrebbe sconvolto la geografia dell'isola, magari facendone sprofondare una parte. E avremmo Atlantide a Porto Cervo."
16 agosto 2002 (di Davide Passoni)

TRATTO DA http://www.duepassinelmistero.com/Il%20mito%20di%20Atlantide.htm

DEDICATO ALLE ALUNNE ASSENTI OGGI

UNA CANZONE CHE ADORO ,
PER CONSOLARE LE PICCOLINE ASSENTI OGGI,
CHE NON SONO STATE BENE E SPERO STIANO MEGLIO.
A DOMANI M.MARINA



sabato 14 novembre 2009

QUARANTA GIORNI A NATALE :COLORIAMO ON LINE

ASPETTANDO IL NATALE SI PUO' COLORARE ON LINE UN BEL DISEGNO , QUI NE TROVERAI TANTISSIMI E DOPO AVER COLORATO POTRAI STAMPARE O SCARICARE SUL TUO PC DOPO AVERLO SALVATO !
http://feste.acolore.com/natale/3/



NE HO COLORATI TANTI , VEDI IN ALTO, MA ECCO IL MIO CAPOLAVORO:

martedì 10 novembre 2009

LIBRO PROPOSTA PER I GENITORI


Dettagli del libro
Titolo: I miti del nostro tempo
Autore: Galimberti Umberto
Editore: Feltrinelli
Data di Pubblicazione: 2009
Collana: Serie bianca
ISBN: 8807171627
ISBN-13: 9788807171628
Pagine: 406
Reparto: Psicologia



In sintesi
Giovinezza e intelligenza, felicità e amore materno. E poi moda e tecnica, sicurezza e potere e ancora mercato, crescita economica, nuove tecnologie... Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili. I miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi che non sono logici, ma psicologici, e quindi radicati nel profondo della nostra anima. Sono idee che noi abbiamo mitizzato perchè non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola ci rassicurano. Eppure occorre risvegliarsi dalla quiete apparente delle nostre idee mitizzate, perchè molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono più di comprendere il mondo in cui viviamo. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli al vaglio della critica, perchè i nostri problemi sono dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo.


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Descrizione
Culto della giovinezza, idolatria dell'intelligenza, ossessione della crescita economica, tirannia della moda: sono alcuni dei miti di oggi che Umberto Galimberti passa in rassegna per smontarli e denunciarne la natura ingannevole, mostrando come i falsi miti siano in realtà "idee malate", non avvertite come tali, e quindi tanto più capaci di diffondere i loro effetti nefasti senza trovare la minima resistenza. Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili. I miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi non logici, ma psicologici, e quindi radicati nel profondo della nostra anima. Sono idee che abbiamo mitizzato perché non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola rassicurano. Eppure molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono più di comprendere il mondo in cui viviamo. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli al vaglio della critica perché i nostri problemi sono dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo.

libreriauniversitaria.it

lunedì 9 novembre 2009