Gli Ebrei erano un popolo di pastori nomadi originari della Mesopotamia. La loro storia non è legata a un solo territorio, ma è segnata da continui spostamenti. Fondarono il loro regno nell’attuale Palestina lungo le rive del fiume Giordano.
Alla ricerca della “Terra Promessa”
Circa 4000 anni fa gli Ebrei (contemporaneamente allo sviluppo della civiltà egizia e babilonese) vivevano nella Mesopotamia. Essi non erano né potenti né numerosi, ma si distinguevano dagli altri popoli perché erano monoteisti, cioè credevano in un unico dio, che chiamavano Jahvè.
Possiamo dividere la storia di questo popolo in 6 periodi:
Dalla Mesopotamia alla Palestina
Intorno al 2000 a.C. gli Ebrei vivevano nei pressi della città di Ur ed erano suddivisi in 12 gruppi chiamati tribù. A capo di ogni tribù c’era un patriarca ( capo assoluto di una grande famiglia e di tutti coloro che ne erano discendenti).
Intorno al 1900 a.C. sotto la guida del patriarca Abramo iniziarono un lunghissimo viaggio verso la Palestina nella valle del fiume Giordano nella terra di Cannan. Questa era la Terra Promessa che gli aveva indicato il loro Dio Javhè. Qui si stabilirono diventarono agricoltori sedentari e mantennero l’organizzazione in tribù.
Dalla Palestina in Egitto
Nel 1700 a.C. Le carestie e gli scontri con i popoli confinanti costrinsero gli Ebrei a migrare in Egitto. Qui vissero per alcuni secoli in pace, apprendendo l’uso dell’aratro e di nuove tecnologie agricole, fino a quando il faraone Ramses II li rese schiavi a causa del loro consistente aumento e perché si rifiutavano di adorare il faraone come un dio.
Dall’Egitto alla Palestina
Nel 1200 a.C. circa, Mose, uno dei patriarchi, liberò il suo popolo e lo condusse nuovamente in Palestina, per meglio difendersi dagli attacchi delle popolazioni confinanti, gli Ebrei riunirono le loro 12 tribù sotto un unico capo. Nacque cosi il regno d’Israele, con capitale Gerusalemme. Il loro primo re fu Saul, a cui seguirono Davide e Salomone.
La deportazione a Babilonia
Il regno d’Israele non durò a lungo. Alla morte di Salomone, nel 933 a.C. , fu diviso nel regno d’Israele e nel regno di Giuda con capitale Gerusalemme.
I due regni erano circondati da popoli forti che volevano controllare la Palestina, attraversata dalle più importanti vie commerciali del tempo.
Nel 722 a.C. , gli Assiri conquistarono il regno d’Israele e, poco più di un secolo dopo, nel 586 a.C. , i Babilonesi conquistarono quello di Giuda. Gerusalemme con il suo tempio fu rasa al suolo e gli Ebrei furono deportati come schiavi a Babilonia per quasi 50 anni.
Il ritorno in Palestina
Ritornati in Palestina, gli Ebrei non riuscirono più a formare uno stato forte e vennero sottomessi da vari popoli, finché, nel 70 d.C. , furono nuovamente costretti a lasciare la Palestina e a disperdersi per il mondo ( diaspora).
Oggi
A partire dalla fine dell’Ottocento, molti Ebrei, dopo secoli di persecuzione e di dispersioni nei vari Paesi del mondo, sono tornati in Palestina. Qui, nel 1948, hanno formato lo Stato di Israele. La convivenza con la popolazione palestinese e con gli altri Stati arabi vicini, però, è stata fin da subito molto difficile. Ancora oggi il territorio è sconvolto da violenze e da attentati
Fonte : la classe dei balocchi